Questa volta il segnale debole che ho pensato di riportare nel blog, riguarda proprio Aquafan, ovvero il luogo che da 12 anni rappresenta la mia quotidianità.La campagna pubblicitaria del nostro Parco, di questa estate 2008 è un po’ particolare.
Il claim cita “Gli italiani non sono felici”.
Credo quindi di fare cosa gradita nel riportare il “pensiero” ed il percorso che ci ha portato a tale scelta.
In basso troverete anche l’immagine del poster 6×3 metri che verrà affisso qui in Romagna e in qualche altro territorio.
Mentre il video virale che abbiamo dedicato alla campagna, lo troverete al seguente indirizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=P4o5Sx7SnJE
Pier
GLI ITALIANI NON SONO FELICI
Il marketing spesso induce ad utilizzare la provocazione di messaggi forti al fine di ottenere risultati di visibilità.
In 22 anni di attività, Aquafan non ha mai intrapreso questa strada.
Nella sua comunicazione, Aquafan trasmette positività, solarità e a volte ironia (nonché autoironia).
La campagna “Gli italiani non sono felici” rappresenta quindi un’eccezione e, anche se nasce da un ufficio marketing (quello interno di Aquafan), crediamo contenga qualcosa in più di una fredda strategia.
Crediamo che il ruolo di un territorio come il nostro e di una struttura come Aquafan sia particolarmente importante: far stare bene le persone, contribuire a renderle felici, non è cosa da poco.
Ma avvertiamo una necessità: probabilmente, oggi più che mai, per fare al meglio il nostro lavoro occorre acquisire la consapevolezza dello scenario in cui si opera…… e lo scenario ci mostra che il pubblico a cui ci rivolgiamo si sente sempre meno felice.
Quanto detto non è una rivelazione: è un fatto noto, non stiamo scoprendo nulla.
L’ha capito persino la politica, che da destra e da sinistra, ha lanciato mille segnali di quanto sia necessario poter/dover cambiare le cose per uscire da questa fase.
Abbiamo voluto questa campagna perché abbiamo la responsabilità del nostro ruolo di osservatorio dei segnali che arrivano dal mondo.
Noi non abbiamo la capacità, né gli strumenti, né il ruolo per capire e valutare il reale grado di felicità degli italiani: noi “ascoltiamo” che la percezione che avvertono è quella.
In palestra, dal parucchiere, durante il rito dell’aperitivo… il vociare delle persone è fatto di pensieri e parole sempre più “pesanti”, anche quando in ballo non ci sono problemi concretamente seri.
Chiamiamolo malessere.
Per noi che vendiamo il divertimento, quest’anno è stato difficile pensare ad una comunicazione che in maniera disinvolta potesse “vendere” serenità e felicità in formato 6×3 oppure 70×100.
“Gli italiani non sono felici” vorremmo fosse interpretato come un messaggio rivolto al nostro pubblico, ovvero: ce la metteremo tutta per farvi stare bene.
Ma vorremmo anche che “Gli italiani non sono felici” venisse recepito anche come un avvertimento…… un avvertimento soprattutto verso noi stessi.
Chi paga il biglietto in Aquafan sappiamo che trascorrerà una giornata indimenticabile, che ricorderà con piacere.
Ogni estate ci impegniamo affinché la nostra offerta di divertimento sano sia sempre più all’altezza.
Questa è la nostra responsabilità: non deludere le aspettative verso chi riversa su di noi l’opportunità di trovare benessere.
E così, attraverso l’immagine positiva che Aquafan sa emanare, abbiamo sentito il bisogno di urlare che “Gli italiani non sono felici”, con il fine di affermare che noi faremo la nostra parte.
31 maggio 2008