È un mare innocente, l’Adriatico.
E te ne accorgi in Croazia.
Acque limpide, profumi e tante, tantissime isole.
Soprattutto le Kornati, che noi chiamiamo Incoronate.
Gli astronauti dello Shuttle hanno detto, non ricordo dove l’ho letto, che dallo spazio il mare più azzurro è proprio su quelle isole.
E ho letto anche che la Croazia non ha ancora raggiunto la metà dei turisti che c’erano prima della guerra civile.
La Croazia è un paese che importa tutto, è senza industrie e con uno scarsissimo artigianato.
Punta, ovviamente, tutto sul turismo.
Ma gli alberghi come sono? Scadenti.
L’organizzazione? Ce la mettono tutta, ma…
L’entusiasmo? Da invidia.
E i prezzi? Anche quando ti fregano, sempre e comunque bassi.
E in più, c’è qualcosa che non torna…
Da una parte, panfili, velieri, catamarani da favola: il turismo lì lo fanno le darsene e le marine, che spuntano come funghi ad ogni panorama.
E da un’altra parte, quando questa gente “scende”, sembra non cerchi nulla, come se avesse già tutto: sole, mare, aria buona e il pesce che è per forza sempre buono.
D’altronde, altra scelta non c’è.
Se vuoi acquistare qualcosa, non hai modo di spendere soldi, a meno di non comprare le stesse cose che vendiamo a Viserbella, o di entrare in quei bar e pizzerie rivolte al tedesco modello anni 60 (già, come da noi ancora adesso).
Quelli che io ho visto, sono quindi turisti potenzialmente con soldi con nessun bisogno (ripeto: BISOGNO, non volontà, è diverso) di spenderli.
Se posso aver colto qualcosa è questo: anche se il mercato offre poco, sembra che comunque lì al cliente non manchi nulla.
L’ombra di un ombrellone?
Macchè, ci sono le pinete e sembra che a nessuno manchi il bagnino.
E se fossi un operatore croato, questo elemento lo utilizzerei come un plus.
Il “solo” Adriatico in sé, basta e avanza a creare emozione, esperienza e destinazione (ovvero turismo).
Porca miseria: guardando, il nostro mare da casa mia, non l’avrei mai detto.
Rimini, 18 settembre 2004