Tra pochissimi giorni (9 e 10 Dicembre) si terrà a Rimini una manifestazione a cui tengo particolarmente.
Si tratta della terza edizione di Indicativo Presente.
Organizzata dalla Scuola Superiore del Loisir – il gruppo di ricerca con cui sono onorato di collaborare – l’iniziativa è una sorta di Festival del Trendwatching.
Il tema di questa edizione è particolarmente intrigante – l’Evento che verrà – e vuole essere una sorta di messaggio al mondo di come noi vediamo le modalità future nel pensare gli eventi.
Il programma, molto interessante – lo potete visionare o scaricare dal sito clickando qui – prevede diversi relatori (dall’organizzatore della Notte della Taranta, al responsabile dei festeggiamenti del Centocinquantesimo dell’Unità d’Italia…), ognuno individuato al fine di mostrare l’ecletticità di questo scenario.
Inoltre è prevista anche una tavola rotonda – vedi clickando qui – condotta da Alberto Abruzzese (una delle menti di Indicativo Presente, insieme a Paolo Fabbri e all’ideatore Andrea Pollarini) sulla professione dell’event maker.
La partecipazione è gratuita e non ha necessità di prenotazioni.
Se siete interessati agli atti del convegno – schede, filmati, altro… – vi consiglio di diventare fan della pagina Facebook clickando qui – in modo di ricevere le informazioni su quando saranno disponibili.
Questa è la presentazione dell’iniziativa…
L’evento celebrativo – la più antica delle forme di comunicazione sociale – è diventata improvvisamente anche la più moderna.
All’inizio del XXI secolo non c’è più nessuna strategia di affermazione politica o commerciale, turistica o mediale che ritenga di poter prescindere dalla “comunicazione per eventi”.
Questo ci induce ad interrogarci sul ruolo e sul significato attuale degli eventi ed a ragionare sulla loro evoluzione.
Da un’analisi delle linee di trasformazione attuali del sistema degli eventi possiamo ipotizzare che:
1) L’evento che verrà sarà sempre più vocazionale, specchio e motore di comunità di tipo nuovo per le quali l’evento funge da luogo di aggregazione, simbolo di appartenenza e occasione di riconoscimento reciproco.
2) L’evento che verrà sarà sempre più progettato e/o iper-progettato, a partire dagli elementi spaziali e temporali dell’evento stesso.
3) L’evento che verrà sarà sempre più interstiziale. I mega-eventi massivi ci appariranno sempre più obsoleti, in favore di eventi più diffusi e leggeri, finalizzati al recupero ed alla valorizzazione mirata di aspetti ed identità del territorio.
4) L’evento che verrà sarà sempre più crossmediale e multi-piattaforma. Se è vero che l’essenza di ogni evento è “esserci”, “partecipare”, non possiamo fare a meno di considerare che in questi anni stanno cambiando radicalmente modi e strumenti per “essere” nelle situazioni.
5) L’evento che verrà sarà sempre più collaborativo e questa collaborazione non riguarderà soltanto il rapporto tra organizzatori e fruitori ma anche il rapporto tra i diversi stakeholder dell’evento.
6) Gli eventi che verranno saranno sempre più continuativi nel tempo, tenderanno a trasformarsi in veri e propri brand e, in quanto tali, risulteranno funzionali a strutture di continuità e ad un “ciclo di vita” di attività più esteso.
7) L’evento che verrà sarà sempre meno occasionale e sempre più funzionale al posizionamento strategico ed alla caratterizzazione distintiva di brand geografici ed industriali.
8 ) L’evento che verrà sarà “orchestrato” ai diversi livelli di governo del territorio. Nasceranno, cioè, dei piani territoriali degli eventi, coordinati agli altri piani strutturali e strategici espressi dal territorio.
9) L’evento che verrà sarà sempre più professionale e professionalizzante. Prenderà forma – anche a livello accademico – la figura del producer di eventi in grado di sintetizzare competenze diverse (project management, design degli eventi, comunicazione below-the-line, gestione dell’incoming, ecc.)
10) L’evento sarà sempre più green ed eco-compatibile, favorendo il recupero di spazi dismessi e degradati. Sostenibilità, riduzione d’impatto e qualificazione ambientale diventeranno una pre-condizione per la costruzione dell’evento che verrà.
Pier
6 Dicembre 2010