Chi non si vaccina rischia di doversi pagare le cure in caso di contagio Coronavirus. È una proposta lanciata qualche giorno fa e che i media hanno evidenziato. E c’è chi come me, a primo impatto ha apprezzato. Mi è bastato però il tempo di uno spaghetto con l’amico Enrico Pozzi, che la mia posizione è cambiata. Enrico mi ha fatto notare che se questa cosa fosse giusta, lo dovrebbe essere altrettanto nel caso di chi si fuma due pacchi di sigarette al giorno e poi incide sui costi della Sanità pubblica per curarsi dal cancro ai polmoni.
Osservazione interessante, che ha messo in crisi le mie certezze. Mi chiedo: ma allora chi ha lanciato quella proposta, non l’ha ragionata abbastanza?
Certo, il tempo di uno spaghetto è assai lungo rispetto a quello che passa da una pulsione emotiva alla pubblicazione di un tweet. Ma forse chi lancia proposte dall’alto di un incarico pubblico, o chi rilascia intervista a un media, dovrebbe per forza permettersi almeno il tempo di un confronto a voce alta con qualcuno.
Siamo sempre lì: il tema è la capacità di governare le pulsioni, dare predominanza alla riflessione, lavorare attraverso il confronto e la condivisione.
Però tutto sommato quella proposta come principio non è affatto male… a patto che vada estesa su tutto.
D’altronde le assicurazioni ce lo insegnano: una cosa è essere coinvolti in un incidente stradale mentre viaggi ai duecento all’ora, un’altra se ti capita mentre rispetti i limiti.
È il famoso concorso di colpa. Andavi forte? Ne paghi le conseguenze… anche se è stato quell’altro a non rispettare lo stop.
Quindi: come facciamo con i fumatori accaniti e i conseguenti malanni ai polmoni? E con quei malati di cuore che malgrado tutto, ogni fine pasto il caffè lo prendono super corretto?
E con quei diabetici che mangiano come vogliono, “tanto la sera mi sparo l’insulina”?
Va forse costruito un nuovo paradigma nel rapporto tra causa, effetto e responsabilità.
Il principio potrebbe essere questo: io non ti vieto niente, semmai ti consiglio e ti do le linee guida… e tu puoi fare come ti pare. Però le conseguenze negative le paghi tu.
Ma anche ragionando solo tra me, capisco che questa linea comporta forti cortocircuiti. Sarebbe come dire: compra pure il kalashnikov, ma se poi lo usi…
Questo paradosso mi spiazza e mi mette in crisi e più in là di così, non riesco ad andare: i limiti mie, ho in parte imparato a conoscerli.
Il tema forte è comunque il senso di responsabilità… il quale, affiancato al buon senso e alla condivisione prima dell’agire, produrrebbe un mix micidiale, probabilmente capace di sconfiggere qualsiasi virus.
L’articolo è stato pubblicato sul Corriere di Rimini e visibile a questo link.