“Siamo diventati silenziosi perché attorno c’è tanto rumore” (Franco Battiato).
A proposito di silenzio…
Potrà sembrare strano, ma la tecnologia ci ha reso silenziosi.
Socializziamo in silenzio davanti ad uno schermo.
O meglio… urliamo, sbraitiamo, sentenziamo, discutiamo animatamente e simultaneamente attorno a mille argomenti, ma tenendo la bocca chiusa e muovendo solo le dita delle mani.
Sul piano dei comportamenti, affrontiamo in silenzio anche le nostre riscosse o ingiustizie.
È infatti in silenzio che usciamo da un hotel o da un ristorante… senza dire nulla, salutando normalmente.
E poi sul web ci scateniamo con le critiche, a volte urlando (sempre con la tastiera) la nostra delusione e rabbia.
Al Be-Wizard del Marzo scorso (la due giorni di studio sul web, organizzata a Rimini da Titanka), tra i tanti ottimi interventi, mi è rimasto impresso anche quello di Paolo Zanzottera, un vero personaggio, che potrei definire una via di mezzo tra un esperto di web ed un coach.
A lui è spettato il compito di introdurre il tema dell’edizione: Human2Human.
Zanzottera ha iniziato il suo intervento così: “Gli animali più pericolosi sono proprio quelli silenziosi…”.
Quelli che ti tendono l’agguato appena sbagli mossa.
E, in quel mondo lì, la Savana si chiama Tripadvisor, oppure Facebook, Twitter…
E da qui è poi partito il ragionamento attorno all’H2H, Human to Human marketing.
Il teorema di Zanzottera non fa una piega…
“A queste persone silenziose, possiamo rispondere solo da persona a persona… sapendo bene che non si risponde solo a quella persona, ma a tutti quelli che potrebbero leggere”.
In questo silenzio, secondo Zanzottera, è determinante far sentire che dietro a un sito, a una App, etc, ci siano delle persone.
Il suo consiglio è chiaro e lampante: umanizzare tutta la strategia digitale.
D’altronde l’Umanesimo è nel nostro Dna di Italiani… “e questo è il momento storico in cui si può avere un nuovo Umanesimo digitale”.
Quindi: parlare a persone e non utenti, portare avanti conversazioni e non comunicazione, rivolgersi a un pubblico e non a un target.
E i testi digitali non dovrebbero essere testi, ma storie… soprattutto nei punti critici.
E in tutto questo, i social network dovrebbero essere gli strumenti funzionali.
Ad esempio, Lego utilizza Twitter non certo per vendere o mostrare i propri prodotti o per lanciare promozioni.
Il progetto “Builder of tomorrow” nasce per ispirare e sviluppare i costruttori di domani… i nostri figli.
Figo, vero?
Zanzottera poi ha fatto riferimento anche all’inferno di Dante, dimostrando come anche le immagini siano storie.
È stato infatti l’Inferno di Botticelli che ha ispirato Dante, e la sua immagine ha condizionato l’immaginario collettivo per secoli.
Sul concetto che anche le immagini siano storie, Barilla ha fatto scuola.
Come sappiamo, ha fatto scuola sia nel bene…
E sia nel male…
Se da una parte, attraverso una bellissima idea di marketing, ha ben interagito con la settimana della moda milanese, da un altra ha ricevuto, nella stessa lingua, quel che si meritava in relazione all’infelice uscita sui gay.
Un altro bellissimo esempio ce lo mostra Snickers, all’indomani del morso di Suarez a Chiellini nella partita dei Mondiali brasiliani.
Oppure la sempre incredibile e attenta Ceres, all’indomani dell’assoluzione di Berlusconi nella sentenza Ruby bis:
Il messaggio è semplice: dimostrare che dietro a quell’attività di comunicazione web, ci sono persone che rispettano il tempo che metti a disposizione come utente, premiandoti con il loro impegno nel darti contenuti che meritano attenzione.
Dunque ci siamo finalmente resi conto che l’Umanesimo è bene che irrompa nella tecnologia.
Adesso non ci sono più scuse, nel marketing, per non mettere le persone di nuovo al centro.
21 Agosto 2015
Pier, sono anni che si dicono queste cose nel settore del web marketing.
C’ho fatto corsi addirittura io…
Fatti un giro su http://digitalupdate.it
🙂
Caro Pier, l’incapacità di “esporsi” per mille paure congetture che oramai invadono i nostri pensieri ci sta portando sempre di più ad alzare “muri” sui quali affiggiamo un immagine distorta o meglio dire “adattata” alla società, quello che, un tempo lontano, nella lingua Milanese chiamavano “barlafùs” cioè persone che non palesano la loro verità.
Cosa possiamo fare? Nel nostro piccolo circondario invertire la rotta 🙂
Solo nei piccoli smottamenti si fanno i grandi cambiamenti.
“Solo nei piccoli smottamenti si fanno grandi cambiamenti”… grande Jurij!
Pier l’argomento mi stimola ad intervenire; a mio avviso due aspetti andrebbero approfonditi di questa “disumanizzazione” del web:
da un lato è vero che solo difronte ad una tastiera si ha il coraggio di esternare tutto ciò che uno sente di dover dire, anche con toni forti, che a quattr’occhi non farebbe mai, quindi da questo punto di vista ritengo sia positivo in termini di sincertà e di libertà; dall’altro purtoppo ci si priva del linguaggio corporeo, dello sguardo difronte certe affermazioni, in sostanza dell’emozione comunicativa e non solo ( sono molto preoccupata per i giovani, la maggior parte dei quali non ha un’educazione emotiva che gli faccia apprezzare il vero senso della vita) ; ed è per questo motivo che non ho un profilo facebook, non uso i social network (sono un po troglodita) e vorrei che anche la politica ritornasse nei canali istituzionali, in cui certe affermazioni si facessero guardando negli occhi l’interlocutore; sono però consapevole che questo è il mondo, per cui lavoriamo per rendere la comunicazione più umana possibile!!! ciao
ciao Daniela, bella questa cosa dell’educazione emotiva… un bacione!