I pauarpoint hanno rotto le palle

 

Sporcarsi le mani…

 

Come non mai, oggi bisogna “stare sul pezzo”.

 

Soprattutto per coloro che hanno piacere, interesse o bisogno di capire come gira il mondo, sporcarsi le mani con la realtà di tutti giorni è oggi un esercizio assolutamente indispensabile.

Un esercizio però da svolgere individualmente e direttamente in prima persona.

Senza demandarlo a nessuno…

Neanche ai Powerpoint.

Siamo soffocati dai powerpoint…

 

…tutti densi di informazioni, contenuti, elementi, charts, grafici a torte, sondaggi…

…tutti realizzati con massimo rigore, tutti necessariamente visionati con grande rispetto.

Oggi se vogliamo dire qualcosa di importante facciamo un powerpoint.

 

Quindi occhio: se qualcuno si cimenta in un ppt, è segno che sta per rivelare notizie determinanti…

E così dalla mattina alla sera produciamo e visioniamo powerpoint come fossero le uniche finestre sulla verità…

 

…in un turbine di incontri, meeting, convegni…

E mentre nei nostri uffici, le slides avanzano, lampeggiano, si dissolvono, entrano veloci e si colorano, là fuori il mondo va avanti con le sue verità…

 

 

‘Sti powerpoint hanno rotto le palle.

 

Per carità, Microsoft ha creato un programma bello, pratico e utile.

 

Quindi, in questo caso,  pace a Bill Gates, anzi: grazie tanto!

I powerpoint probabilmente sono nati per fare bella figura con il Direttore Generale o l’Amministratore Delegato: “Sai, con delle belle slaids, il capo capisce meglio…”.

 

Il guaio è che a volte gli uffici marketing si dedicano a produrre bellissime presentazioni, piuttosto che a concentrarsi sul progetto in sé.

 

C’è chi giura che i progetti sbagliati nascono proprio dai powerpoint più belli, capaci di raccontare bellissime verità, che non corrispondono però a quello che il mercato richiede.

 

Sbagliare le strategie troppo spesso corrisponde a mettere le aziende in crisi.

Quello che scriviamo e leggiamo nelle slides non è sempre verità…

 

Le cose le capiamo a volte molto più facilmente (e soprattutto molto prima) se invece di stare chiusi in ufficio, andiamo ad annusare in giro cosa succede nel mondo.

 

E non è mica sempre necessario prendere 10 aerei al mese…

A volte basta parlare un po’ più con gli amici di tuo figlio, ascoltare la gente sull’autobus, dialogare con il taxista, chiacchierare con il parcheggiatore della discoteca, fare due gags con gli amici all’aperitivo…

 

O meglio ancora, andare a fare la spesa, partecipare alle riunioni di condominio, guardare Canale 5, partecipare alla vita di Parrocchia, frequentare le sale giochi, passeggiare per i Centri Commerciali…

 

Ovvero, cercare di vivere la tua vita in maniera accettabile e allo stesso tempo dare un’occhiata a come altri riescono a vivere la propria.

 

Anche così, a mio parere, significa sporcarsi le mani (e magari si diventa anche più tolleranti).

Però tutto questo è difficile: non siamo dotati di una spiccata capacità di ascoltare.

 

Anzi, citando Gaber, vorremmo essere Dio, per poi ritirarci in campagna, “perché la lontananza è l’unica vendetta, l’unico perdono”.

Questa frase è bella: pensate se Gaber, invece di scriverla, ci avesse fatto un powerpoint…

 

 

Buon 2009 a tutti!

30 dicembre 2008

 

 

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