“I temi di interesse oggi non sembra siano più le potenzialità muscolari del progresso, ma le zone sensibili dell’individuo“.
Magari qualcuno c’era già arrivato, ma leggendo il concetto qui sopra riportato, mi sono particolarmente identificato.
come dire, avrei voluto scriverlo io.
La frase l’ho pescata, tra le tante bellissime pagine, dal libro “Storie di architettura attraverso i sensi” (ed. Bruno Mondadori).
E’ un libro dal taglio grafico innovativo (unisce sapientemente testo e immagini).
L’ha scritto Anna Barbara, un’architetto (la enne va con l’apostrofo perché in questo caso il sostantivo é femminile, pappappero).
Il libro é diviso in capitoli.
L’ultimo é intitolato OMBRA ZERO (ho cominciato a leggere da qui).
Parlando di Ombra Zero si é toccata la sensazione che viene prodotta attraverso la bidimensionalità dei grandi schermi, dell’architettura delle semplici facciate, delle specchiature degli edifici….
Bidimensionalità tipica “delle metropoli open 24 hours, dove il tempo e gli eventi umani e sociali ad esso connessi, sono scanditi dalla comunicazione.”
“Più che creare architettura, produce tipologie emozionali riproducibili e vendibili ovunque“.
E’ meglio che mi fermi qui: rischierei di aggiungere commenti miei e quindi distruggere un testo affascinante.